La Voce Grossa di…Claudia Russo(intervista): «Dopo un intervista a Belen capii che ero sulla strada giusta»
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Credits: Mario Gramegna |
Nicola Ricchitelli – Gli inizi come modella: «non era previsto…ero appena maggiorenne e mi ero già trasferita a Roma per gli studi accademici. All’uscita di una metro mi ha fermata una ragazza che lavorava per conto dell’Alpa Model…» fino a rappresentare l’Italia a Miss Mondo nel 2008: «…su un tavolo di legno sgangherato e circondata dalla povertà più assoluta, ho mangiato la zuppa di legumi e cereali più buona della mia vita!». Nel corso degli anni arrivano diverse collaborazioni come modella con diversi brand, collaborazioni che si estendono anche all’ambito televisivo, su tutte quella con Paolo Bonolis: «… per me Paolo Bonolis era, è e sarà per sempre un’icona!» fino alla svolta giornalistica: «… ricordo ancora il mio primo pezzo: dovevo intervistare Belèn Rodriguez nel periodo storico più fulgido della sua carriera. Non è stato facile…Alla fine è stata una bella intervista, sentita e intensa. In quel momento ho capito di essere sulla strada giusta».
Sulle pagine de La Voce Grossa accogliamo Claudia Russo.
Una delle prime esperienze presenti nel tuo percorso professionale sono riconducibili al 2008, in Sudafrica rappresenti l'Italia a Miss Mondo…
R: «I giorni più significativi e intensi li ho sicuramente vissuti a Gallipoli durante la finale italiana di Miss Mondo. Per me era tutto nuovo, non avevo mai partecipato ad un concorso di bellezza e mai avrei pensato di vincere! Non c’era Instagram e i trend della medicina e della chirurgia estetica non erano ancora stati sdoganati: insomma, eravamo tutte “come mamma ci ha fatte!”. C’era tanta leggerezza e spontaneità!».
Poi arriva il l’esperienza in Sudafrica…
R: «L’esperienza in Sudafrica è stata invece più complessa, si percepiva molta più competizione e i ritmi erano serratissimi. Tuttavia, rapportarsi a 120 (anche più) coetanee tutte di nazionalità differenti, scoprire culture opposte alla propria e vivere quasi due mesi a stretto contatto con i sudafricani è stato illuminante. Miss Mondo è una macchina incredibile, abbiamo viaggiato in lungo e in largo su aerei privati spostandoci da nord a sud, pernottando in veri villaggi Zulu e cenando con gli abitanti del luogo. Il ricordo più emozionante credo sia legato alla visita di Soweto, la più grande baraccopoli del Sudafrica. Appena arrivate siamo state accolte da un centinaio di donne e bambini con un calore e una gioia che non saprei spiegare a parole. Lì, su un tavolo di legno sgangherato e circondata dalla povertà più assoluta, ho mangiato la zuppa di legumi e cereali più buona della mia vita!».
Gli inizi come modella tra le altre cose, quale fu l’input che ti portò su quella strada?
R: «Anche questo passaggio non era previsto! Ero appena maggiorenne e mi ero già trasferita a Roma per gli studi accademici. All’uscita di una metro mi ha fermata una ragazza che lavorava per conto dell’Alpa Model Agency di Paola e Alberto Polifroni (l’agenzia che ha seguito gli esordi di carriera di Elisabetta Gregoraci e Ilary Blasi) invitandomi a presentarmi presso i loro uffici per un colloquio e un eventuale inserimento. Non ero particolarmente convinta, non avevo i canoni richiesti dalla moda in quegli anni (ero più “commerciale”, da pubblicità della Mentadent per intenderci non certo da haute couture). Devo ammettere che dopo una lunga chiacchierata non ci ho messo molto a cambiare idea! Le prospettive di guadagno erano più che buone e mi avrebbero proposta per spot e programmi televisivi. Da quel momento ho iniziato a fare casting e provini che, il più delle volte e sempre con mio grande stupore, si concludevano con successo».
Hai lavorato anche con Paolo Bonolis, cosa ti ha lasciato dal punto di vista professionale quelle esperienze lì?
R: «È stato un onore e un privilegio poter lavorare al fianco di Paolo e Sonia: due professionisti con la P maiuscola. Sono stati mesi incredibili, ai limiti del surreale per una ragazzina siciliana cresciuta a pane, Nutella e Bim Bum Bam. Per me Paolo Bonolis era, è e sarà per sempre un’icona!».
Claudia, qual è stato il progetto professionale più significativo della tua carriera finora?
R: «Dopo Miss Mondo ho avuto l’opportunità di presentare serate ed eventi e devo ammettere che mi sentivo molto a mio agio nei panni della presentatrice. Nel 2016 ho condotto la finale di Miss Mondo Italia al fianco di Paolo Ruffini: è stato molto figo!!! Si può dire figo? Scherzi a parte, quel progetto e soprattutto il fatto che dei professionisti abbiano creduto nelle mie capacità è stato particolarmente significativo. Non per la mia carriera, ma per la mia persona».
Ad un certo provi la strada della cinematografia, come hai deciso di intraprendere anche questa strada?
R: «In realtà non ho mai voluto intraprendere questa strada, ma tra le varie proposte di agenzia ci sono stati piccoli ruoli in film italiani. Mi viene in mente “Sole a Catinelle” di Checco Zalone. Il cinema non era il mio mondo, mi piace andare “a braccio” e quel settore necessita di competenze che io non avevo. Tornassi indietro farei un tentativo, perché no!».
Come descriveresti il percorso che ti ha portato nel mondo della moda e dello spettacolo?
R: «Un percorso di amore e odio. Qualcosa che non ho mai cercato ma che, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a trovarmi. È un mondo che ti catapulta lontano dalla vita reale, bisogna avere nervi saldi, una buona dose di cinismo, molta ambizione e andare avanti come caterpillar se si desidera raggiungere il successo. Essere preparati non è sufficiente, ci vuole il giusto carattere e pò di fattore “c”».
Hai mai pensato di cambiare settore o dedicarti a qualcosa di completamente diverso?
R: «Certamente! Sapevo sin dal principio che avrei fatto altro nella vita. Mi è sempre piaciuto scrivere e quando nel 2015, dopo un master in giornalismo e comunicazione di moda (vedi che questa moda sta sempre in mezzo?), è arrivata l’opportunità di un inserimento all’interno di una vera redazione l’ho colta al volo. Ricordo ancora il mio primo pezzo: dovevo intervistare Belèn Rodriguez nel periodo storico più fulgido della sua carriera. Non è stato facile, era stata premiata donna dell’anno, ma aveva appena divorziato da Stefano De Martino e certamente non avrebbe accettato domande scomode. Alla fine è stata una bella intervista, sentita e intensa. In quel momento ho capito di essere sulla strada giusta».
Guardando indietro, c’è un momento della tua carriera che vorresti rivivere?
R: «C’è stato un periodo in cui facevo radio in una trasmissione romana locale e, qualche anno dopo, in una locale siciliana. Se potessi tornare indietro mi focalizzerei su quel settore in modo da far convergere alcune delle mie passioni: il giornalismo, la conduzione (parlare, chiacchierare, raccontare in generale) e la musica!».
Claudia cosa bolle in pentola nel tuo prossimo futuro?
R: «Sei la prima persona a cui lo dico: sto scrivendo un libro. Era un progetto che avevo in mente da diversi anni e che, adesso, inizia a prendere forma. Nel frattempo, continuo a scrivere di bellezza, moda, lifestyle e altre cose poco serie ma che, tutto sommato, alleggeriscono e danno colore ad un’informazione quotidiana scandita per lo più da brutte pagine di storia contemporanea. Durante le mie prime collaborazioni con Corriere Della Sera, la giornalista Maria Teresa Veneziani mi disse: “Scrivere di cose poco serie necessita di molta serietà”. Ed è quello che spero di continuare a fare».