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La Voce Grossa di…DJ Frog(intervista): «…per me il matrimonio è tutto…è un momento in cui sto proprio bene»


Nicola Ricchitelli - Dove prima c’erano solo valzer e convenevoli, oggi c’è un DJ che ha riscritto il copione dei matrimoni pugliesi: niente più pause infinite o ospiti annoiati, ha trasformato il senso e il significato del “giorno più bello”…

Ha preso i matrimoni classici — quelli tutti uguali, con lo zio addormentato e la playlist del 2003 — e li ha fatti esplodere di vita. Non più semplice musica, ma energia, improvvisazione e coinvolgimento puro. Ha portato un nuovo linguaggio nell’intrattenimento matrimoniale: più umano, più spontaneo, più folle. Dove passa lui, gli sposi non ricordano solo la cerimonia…

Al secolo Antonio Roselli da Molfetta per tutti dj Frog, ed oggi le sue note ci faranno ballare sulle pagine de La Voce Grossa.

Dj Frog, come si finisce dall’istituto alberghiero a diventare famoso dj e animatore di matrimoni?
R: « … dall'alberghiero a essere famoso? Inizio con il dire che non sono famoso ma probabilmente conosciuto, questo grazie soprattutto ai social, grazie al lavoro che ho fatto, ed essere riconosciuto veramente è tanta ma tanta soddisfazione. L'alberghiero mi ha dato tanto, e da lì che è nato tutto, perché in realtà stavo comunque in un ambiente fatto di eventi e di feste, lavorando nelle sale ricevimenti, poi ho fatto le esperienze classiche delle stagioni negli hotel, però sentivo che la cosa mi stava piuttosto stretto e quindi ho deciso poi di buttarmi dai piatti di cucina ai piatti che giravano con la musica».

Cosa rappresenta per te un matrimonio?
R: «Per me il matrimonio è tutto, è un momento in cui io sto proprio bene, mi diverto, conosci tantissima gente, il matrimonio è un conviviale, si incontrano famiglie, amici, si incontrano anche gente che non si sopporta, ci si rivede, il matrimonio per me veramente diventa tutto…quando vado ad un matrimonio, mi stanca tantissimo, ma sto bene».

Se potessi cambiare una sola regola dei matrimoni, quale sarebbe?
R; «Io se dovessi cambiare una regola diciamo che eliminerei proprio le regole, i troppi formalismi, se c’è un qualcosa che mi ha dato non voglio dire il successo, ma questa notorietà è proprio il fatto di non avere regole, di usare discrezione, di usare educazione, ma di non avere regole. Ogni matrimonio ha la sua vita, la sua storia, ogni matrimonio deve essere raccontato diversamente, quello che odia ormai la gente è proprio il fatto di avere troppe regole».

Se potessi eliminare una canzone dalle playlist di nozze per sempre, quale butteresti giù dal palco?
R: «Non butterei giù dal palco nessuna canzone, perché a volte ci troviamo anche a ballare brani dei cartoni animati, sicuramente la presenza del classico liscio, il walzer, la mazurka, per via di una questione di età sta scomparendo, ma se individuo il nonno o lo zio maturo che ha voglia di farsi un giro di mazurka, avrà quel momento anche per lui, perché è giusto che sia così».

Ricordi di una qualche richiesta musicale improbabile che hai ricevuto da uno sposo o una sposa?
R: «Di richieste assurde ne ricevo tantissime, ma io cerco sempre di accontentarli, ci sono sposi che non se ne fregano nulla, dicono Antonio veditela tu, in altri casi ci sono sposi che creano delle playlist grandi quanto dei quadernoni, pieni di musica, al punto da pensare che il matrimonio possa durare sei giorni, dovessi metterle tutte. Quello accade ancora spesso, poi ormai con l'avvento di Spotify c'è la lista Spotify, per me non c'è nulla di assurdo».

Quante volte hai visto uno sposo sparire misteriosamente durante il taglio della torta?
R: «Questa è una domanda scomoda, sposi che spariscono NO nel senso che si sono allontanati sì, se ho visto qualcosa che non avrei dovuto vedere…assolutamente sì, ma anche questo fa parte della vita, quindi il matrimonio rappresenta la vita, anche in quel caso sicuramente qualcuno può farsi prendere troppo dalla mano».

Se i matrimoni fossero serie TV, tu in quale genere reciteresti: commedia, horror o telenovela?
R: «Se fosse una serie tv ti direi “Squid Game” è un gioco dove chi sbaglia muore, sarebbe comunque una serie per me a tratti divertente, ma con qualcosa di horror sicuramente, oppure Scary Movie, un mix divertente ma con un qualcosa di horror, è trash, c'è di tutto in Scary Movie».

Ti capita mai di pensare: “Questa coppia non arriva neanche al primo anniversario”?
R: «Assolutamente SI, probabilmente abbiamo un radar e individuiamo le cose che potrebbero sicuramente non funzionare, però sicuramente non stiamo lì a giudicare quello che potrebbe essere o non potrebbe essere. Sicuramente vedi coppie affiatatissime, ecco quelle che probabilmente durano di più sono quelle che vivono da poco insieme, quelle che stanno da tanto tempo insieme senza convivere, rischiano di andare a trovare un'altra persona nel momento in cui decidono di convivere sotto lo stesso tetto».

Qual è la canzone che, appena la metti, ti fa dire: “Ok, adesso posso pure andare a casa”?
R: «Io solitamente chiudo con “Dipende” ma anche con un giro di Pizzica, che è quella che ci permette di dare un'aria frizzante, un'aria pugliese, ovunque io sia, ma che allo stesso modo ti fa saltellare e buttare giù le ultime energie rimaste. Io amo concludere anche con il loro primo ballo, cioè chiudere un cerchio, perché è bellissimo poi alla fine della festa ritrovarsi riabbracciati, un po' più sudati, ma riabbracciati così come hanno iniziato».


Qual è la cosa più folle che un invitato ubriaco ti ha chiesto alla console?
R: «Ma di ubriachi ce ne sono tanti, solitamente quando arrivano a un livello esagerato non li faccio neanche avvicinare alla console, ma chiedo a qualche parente di allontanarlo, perché quello esageratamente ubriaco potrebbe anche rovinarti la festa. Diciamo che è un problema che ultimamente è in diminuzione, perché poi ci si dovrebbe mettere alla guida…L'ubriaco di solito vuole cantare, fare le dediche - e a tratti potrebbe essere anche divertente - in accordo con gli sposi la cosa la concediamo, perché non prendo mai iniziative se non dietro accordo degli sposi. Io sono lì a seguire e ad animare, ma dietro l'indicazione degli sposi. Più che altro l'ubriaco o canta o inizia a dimenarsi in balletti veramente meravigliosi, ma solitamente non arriva neanche all'antipasto. Se beve tanto, al primo è già in macchina a dormire».

Qual è il momento che ti emoziona ancora, anche dopo centinaia di matrimoni?
R: «Allora quando seguo i riti civili sicuramente la mamma che accompagna il figlio, il papà che accompagna la sposa, dietro la mia parte ironica vedo tanto, però ad essere sincero i matrimoni arcobaleno, quelli di due donne, quelli di due uomini, diciamo matrimoni gay, sono in realtà quelli a cui sbrilluccicano di più gli occhi. È un po' anche una vittoria, è una vittoria oltre che una conclusione, un inizio di un amore. Quindi se devo ricordare quelli più emozionati sicuramente sono i matrimoni gay».

Se un giorno smettessi di fare il DJ, quale sarebbe il tuo “ultimo disco” da mettere come addio?
R: «Forse questa è la domanda più complicata, seppur potrebbe essere la più semplice. Non ho un brano di chiusura, perché attualmente non immagino minimamente me senza i matrimoni. La mia vita è ancora lunga, potrei dire».

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