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La Voce Grossa di…Rita Rusciano(intervista): «…da Michele Placido ho imparato che la verità è l’anima di ogni interpretazione»


Nicola Ricchitelli – La voce di quest’oggi è l’anima nuova di “Un posto al sole”, dove nel ruolo di Antonietta regala al pubblico un personaggio vero, intenso e ricco di sfumature. Attrice napoletana dal talento magnetico, porta in scena la passione e la poesia della sua terra, intrecciandole a una profonda sensibilità maturata in anni di formazione tra Roma e Milano.

Dopo gli esordi in teatro e una serie di esperienze tra cortometraggi, fiction e cinema, ha conquistato la critica con la sua interpretazione in “Succede in una notte”, film che ne ha rivelato la forza drammatica e la naturale eleganza espressiva.

Con il suo sguardo sincero e la sua presenza scenica vibrante, non si limita a interpretare i personaggi: li vive, trasformando ogni ruolo in un frammento di verità, ogni scena in un battito d’emozione.

Sulle pagine de La Voce Grossa accogliamo la voce di Rita Rusciano.

Come è nata la tua passione per la recitazione e quale ricordo hai dei tuoi primi passi sul palco o davanti alla macchina da presa?
R: «La mia passione è nata molto presto: già da bambina sentivo il bisogno di raccontare storie, di mettermi nei panni di qualcun altro. Ero felicissima quando dovevo leggere un testo o interpretare una poesia. Ricordo con emozione il mio primo spettacolo teatrale: ero adolescente, il cuore che batteva fortissimo, il buio in sala, il silenzio dell’attesa, l’adrenalina…e poi l’applauso finale. In quel momento ho capito che questa arte sarebbe stata parte della mia vita».

Hai studiato con grandi maestri, tra cui Michele Placido: qual è stato l’insegnamento più prezioso che ti porti dietro?
R: «Da Michele Placido ho imparato che la verità è l’anima di ogni interpretazione. Non serve “recitare”, serve vivere. Ogni personaggio deve respirare con te e farti battere il cuore, altrimenti non arriva. È un insegnamento che porto sempre con me, perché mi ricorda che dietro ogni ruolo c’è un essere umano, e che il mio compito è di farlo esistere davvero».


Hai lavorato sia al cinema che in televisione: quali sono le principali differenze che percepisci tra i due mondi?
R: «Sono due modi diversi di raccontare, ma entrambi stimolanti. La televisione ha un ritmo veloce, richiede concentrazione, prontezza e capacità di adattamento, questo la rende dinamica. Il cinema, richiede precisione ed attenzione al dettaglio, in tempi più dilatati. In entrambi i casi ciò che conta è l’emozione che si riesce a trasmettere, indipendentemente dal mezzo».

In Un Posto al Sole interpreti Antonietta, un nuovo personaggio: come ti sei preparata per calarti in questo ruolo e cosa ti affascina di lei?
R: «Antonietta è una donna genuina, spontanea, innamorata, segnata da una storia di violenza. È un personaggio che mi ha colpito molto, e sono grata di interpretarlo, rappresenta tante donne che purtroppo vivono situazioni simili nella vita reale. Per interpretarla ho cercato di ascoltarla, di studiare le sue fragilità, ma anche la sua forza silenziosa. Mi ha affascinato la sua umanità, il suo bisogno profondo di essere vista, ascoltata ed amata».

C’è un ruolo che sogni di interpretare in futuro, magari in teatro o in un genere diverso da quelli affrontati finora?
R: «Mi piacerebbe raccontare la biografia di donne che hanno fatto la storia, come Giovanna d’Arco o altre figure femminili che hanno lasciato un segno profondo. Hanno coraggio, forza e determinazione, caratteristiche che mi affascinano e sarebbe bello portare sullo schermo o sul palco. Mi piacerebbe anche cimentarmi in un ruolo brillante, perché il sorriso e la leggerezza sono anch’essi importanti e necessari. Poi mi incuriosisce anche molto l’idea di interpretare una detective, un personaggio intuitivo, perspicace, capace di leggere tra le righe. Sarebbe una sfida stimolante».

Hai ricevuto premi e riconoscimenti importanti: quanto contano per te questi traguardi e come influenzano la tua motivazione?
R: «Sono una grande gratificazione, certo, ma non sono mai stati il mio obiettivo. I premi sono tappe, non il traguardo. La mia vera motivazione è la passione: la voglia di raccontare, di emozionare, di crescere. Ogni volta che qualcuno si riconosce in un mio personaggio, quello è il premio più bello».


Quale progetto, tra quelli a cui hai partecipato, ti ha segnato maggiormente dal punto di vista umano e professionale?
R: «Ogni progetto mi ha lasciato dentro qualcosa di speciale ed interessante per la mia crescita personale e professionale. In particolare, come dicevo prima, interpretare Antonietta in “un posto al sole” mi ha affascinato molto. Poi ricordo con piacere l’esperienza nel lungometraggio “Succede in una notte” di Emiliano Canova, in uscita ora in alcune sale. È il mio primo film da protagonista, ed è stata una bella sfida interpretare Cornelia: una donna influencer che parla di cambiamento climatico e si trova ad affrontare una battaglia con il pubblico, ma prima di tutto dentro se stessa. Un altro episodio che mi ha segnato positivamente è stato lavorare con il regista Ruggero Deodato, aveva una grande capacità comunicativa ed è stata una bella opportunità di crescita. Ma ripeto: ogni progetto mi ha lasciato qualcosa dentro».

Il lavoro dell’attrice richiede dedizione e resilienza: come affronti i momenti di difficoltà o le pause lavorative?
R: «Con serenità, o almeno ci provo. Le pause fanno parte del percorso e le vivo come occasioni per fermarmi, prepararmi, osservare. Poi quando non sono impegnata sul set o a teatro insegno dizione online. Mi piace trasmettere ciò che ho imparato, e credo che la condivisione sia la forma più alta di gratitudine verso questo mestiere. Sono momenti che mi aiutano a ritrovare il centro e a tornare più consapevole. Mentre le difficoltà le affronto cercando di risolverle in squadra e in armonia. Alla fine siamo tutti lì per lo stesso obiettivo: realizzare un bel progetto, ed è quello che conta. Mai arrendersi».

Guardando avanti, come immagini il tuo percorso artistico nei prossimi cinque anni?
R: «Mi auguro di continuare a sperimentare, di crescere e sorprendermi ancora. Vorrei lavorare in progetti che mi emozionino e raccontino l’essere umano in tutte le sue sfaccettature».

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